Il Calderaio di Forno Canavese
Un calderaio di Forno, in trasferta per lavoro, fu ospitato da due donne che si rivelarono essere streghe.
Una sera, fingendo di dormire, le sentì complottare: volevano rubargli il neonato nato da poco. Le vide ungersi con un unguento magico e pronunciare la formula "Aut e bass, portme fora d'ii cafass", per volare tra i cieli e le fronde.
Per salvar suo figlio, il calderaio imitò le streghe, ma nel voler arrivare un'ora prima dimenticò di chiedere protezione dai rami: giunse tutto graffiato. Si sdraiò accanto alla moglie in attesa. A mezzanotte, un grosso gatto nero entrò per spegnere la luce: con prontezza, il calderaio gli tranciò una zampa. Il gatto fuggì.
Il mattino dopo, di ritorno nella casa delle streghe, il calderaio chiese il pagamento. Quando la madre tentò di pagarlo con la sinistra, lui insistette per la destra: la donna esitò, ma alla fine mostrò un moncherino. Il calderaio allora tirò fuori la zampa mozzata – che era una mano umana – e gliela riattaccò. La magia ricompose il corpo, ma la verità era ormai svelata.
Da "Le streghe nel Canavese. L'inquisizione in Piemonte" di Pietro Vayra - Edizione Piemonte in Bancarella Torino, 1970 (prima edizione 1874)
Grazie a Serena Girivetto di Leggere nel Buio per aver scovato questa storia!
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Buon viaggio e buona scoperta!
*INIZIATIVA IN COLLABORAZIONE CON CAMMINO DELLE VALLI, LEGGERE NEL BUIO, COMUNE DI FORNO CANAVESE